Il nuovo regolamento dell’Unione Europea sull’agricoltura biologica entrerà in vigore dal 2021 e sostituirà l’attuale, varato nel 2007 consentendo agli Stati membri un biologico “meno restrittivo”, con percentuali di pesticidi, nonchè di Ogm, superiore a quello oggi accettato (vedi: https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:32018R0848&from=CS).
Il nuovo regolamento concede agli Stati la possibilità di mantenere in vigore soglie più alte per i residui di fitofarmaci o di contaminazione da Ogm e stabilisce che Paesi, come l’Italia, dove al momento si applicano soglie massime per le sostanze non autorizzate nei cibi biologici, come i pesticidi, potranno continuare a farlo, se permetteranno ai prodotti bio provenienti da altri paesi Ue di entrare nel loro mercato, rispettando le regole dell’Unione. Il limite italiano, introdotto mediante il DM 309/2011 (vedi: https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/4850) e pari a 0,01 mg, potrà essere mantenuto a patto che non venga vietata la circolazione di prodotti comunitari che non lo rispettano.
La versione italiana (Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico A.C. T.U. 290) presentata al senato ha sostanzialmente recepito la norma europea in senso peggiorativo. Infatti rispetto al testo presentato alla Camera, è stato eliminato l’art. 18 che vietava l’utilizzo di Ogm nel biologico e la commercializzazione di prodotti contaminati accidentalmente da organismi geneticamente modificati
(vedi: http://documenti.camera.it/leg18/dossier/pdf/AG0005a.pdf?_1544715791159).
La versione presentata alla camera era stata accolta con favore da Federbio
“Il testo unificato messo a punto dalla Commissione Agricoltura della Camera rispecchia il quadro normativo europeo che riconosce che la produzione biologica è basata sulle migliori pratiche ambientali, su prassi di azione per il clima, su un alto livello di biodiversità, sulla salvaguardia delle risorse naturali e sull’applicazione di criteri rigorosi in materia di benessere degli animali”
e anche dalla CIA
(Vedi: https://www.cia.it/news/notizie/biologico-cia-dopo-ok-camera-ora-tempi-brevi-al-senato/):
“Un testo che recepisce la normativa europea e aumenta la tutela nei confronti dei consumatori. In particolare, la norma porterà nuove opportunità al settore, prevedendo strumenti di aggregazione tra imprese e formazione dedicata”.
Oltre ad aprofittare delle possibilità di soglie più alte per i pesticidi la versione presentata al Senato non contiene più l’art. 18 consentendo di fatto l’utilizzo di Ogm nel biologico e la commercializzazione di prodotti contaminati accidentalmente da organismi geneticamente modificati.
Concordiamo quindi con Vincenzo Vizioli, presidente di AIAB che ha dichiarato (vedi: https://www.greenme.it/approfondire/opinioni/29818-legge-bio-ogm):
“È un fatto che riteniamo gravissimo e che inficia anche ciò che di positivo c’è nella proposta di legge, rendendo così impossibile il sostegno di chi lavora per il buon biologico italiano. La cosa inaccettabile è che si ‘liberalizza’ la contaminazione accidentale che, per le produzioni in pieno campo, apre pericolosamente la porta a future liberalizzazioni della coltivazione di Ogm che il nostro Paese ha respinto grazie alla mobilitazione di associazioni e cittadini”.
La regolamentazione europea sancisce il divieto d’uso di Ogm e pesticidi in tutte le fasi di produzione, trasformazione e preparazione dei prodotti bio; la soppressione dell’articolo 18 nella norma italiana appare quindi addirittura più liberale di quanto definito a livello comunitario.
Il regolamento contiene anche alcuni accontentini quali adozione del Piano d’azione nazionale per la produzione biologica contenente interventi a favore del biologico e del Piano nazionale delle sementi biologiche, istituzione del Fondo per lo sviluppo della produzione biologica, promozione di percorsi formativi nelle università pubbliche e valorizzazione delle produzioni italiane locali.
La norma prevede l’istituzione del Fondo per lo sviluppo della produzione biologica alimentato dal contributo annuale, pari al 2% del fatturato dell’anno precedente, dovuto dalle imprese autorizzate a commercializzare prodotti fitosanitari (pesticidi) considerati nocivi per l’ambiente e introduce sanzioni in caso di mancato pagamento del contributo.
Ma l’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica (AIAB), contesta che: “Tutte le azioni continuano a pescare sui fondi oggi dedicati con grande fatica alla ricerca per l’agricoltura biologica che già subiscono notevoli decurtazioni”
(Vedi: https://www.greenme.it/approfondire/opinioni/29818-legge-bio-ogm).
Ma i 5-Stelle non si proponevano come garanti del biologico e del no assoluto agli OGM in Italia? Ora, noi – dico “noi” poiché, insieme a me, ci hanno creduto in tanti – da chi andremo?….