Lettera ai datori di lavoro sulle motivazioni delle proteste contro il Green Pass

Lettera ai datori di lavoro sulle motivazioni delle proteste contro il Green Pass

È opportuno che i datori di lavoro siano informati dovutamente delle motivazioni dietro alle contestazioni in tema di Green Pass, vero è proprio attentato al diritto del lavoro, alle libertà civili e alla stessa gerarchia delle fonti giuridiche.

Per cui proponiamo una lettera da presentare singolarmente o collettivamente come giustificazione delle proprie iniziative all’interno del luogo di lavoro in opposizione alle gravissime violazioni dei diritti umani individuali e collettivi da parte di un Governo mai eletto, che sembra ignorare del tutto le Convenzioni Internazionali, la Costituzione Italiana e le Normative europee. Tutto questo in nome di una ormai risibile emergenza sanitaria e di un elevato numero di vaccinati che in altri paesi ha portato all’eliminazione anche del relativamente moderato Green Pass Europeo.

Tale lettera rappresenta anche un invito agli stessi datori di lavoro ad opporsi alle vessazioni contro una minoranza illuminata che non si fa intimidire dalla menzogna e dalla violenza di quello che ha ormai i connotati di un vero e proprio Regime Dittatoriale.

Per singoli o associazioni iscritte la lettera può essere inviata direttamente da European Consumers per la protezione dell’anonimato eventualmente ritenuta opportuna dai lavoratori.

                                                     All’attenzione di (Dati del luogo di lavoro e della dirigenza)

Egregio datore di lavoro, premesso che:

  • per comune asserzione della comunità scientifica e anche di soggetti istituzionali, il virus SARS- COV-2 si è oramai avviato ad essere endemico e pertanto si prevede che da ora e per i prossimi anni dovremo convivere con esso;
  • questo virus vive e si moltiplica anche nei batteri e quindi nell’ambiente, al di fuori del corpo umano https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34336189/ ;  le possibili fonti di contagio sono infinite e impossibile da monitorare;
  • quindi, ogni misura di sanità pubblica finalizzata ad eradicare il virus o al contenimento della sua diffusione (come il green-pass) è priva di fondamento scientifico e destinata al fallimento;
  • lo stesso piano pandemico 2006 (che è stato in vigore fino a gennaio 2021) destituiva di efficacia le misure di restrizione dei movimenti della popolazione (e quindi della presenza sul posto di lavoro) in fase pandemica;
  • seguendo pervicacemente l’inefficace e impossibile obiettivo di eradicare o contenere la diffusione del virus, si dovrà a tempo indefinito escludere dal lavoro e dalla vita sociale i soggetti risultati positivi e coloro che vi sono stati in contatto, moltiplicando esponenzialmente costi e disagi per le aziende, per i lavoratori e per l’intera società;;
  • i positivi ai test per Covid non sono necessariamente infettivi, necessitando per l’infettività circa 1 milione di genoma equivalenti (Prof. Palù -Presidente AIFA) “Primus Inter Pares” 14 ottobre 2020 https://www.youtube.com/watch?v=VO8RyzNhdRc ;
  • i soggetti vaccinati condividono, parimenti con i non-vaccinati, il medesimo status di “potenziali diffusori” del virus. Anzi, nell’ottica (per noi non fondata) di dover a tutti i costi impedire la circolazione del virus, i vaccinati sono per certi versi maggiormente individuabili come potenziali diffusori del virus nella comunità di lavoro e sociale; questo perché, godendo teoricamente di un certo grado di protezione verso la manifestazione di sintomi significativi (ma non verso l’infezione e il contagio), sono a rischio di non auto percepirsi e non essere dagli altri percepiti nelle prime fasi della malattia Covid-19;
  • la normativa prevede che la salute sui luoghi di lavoro sia garantita dal datore di lavoro, di conseguenza egli deve necessariamente provvedere alla somministrazione dei tamponi a proprio carico, in strutture idonee, a tutti i dipendenti per evitare risvolti penali a proprio carico nel caso il vaccinato risulti sintomatico e quindi contagioso per gli altri dipendenti (Art. 55. del Testo unico per la sicurezza sul lavoro 2021 Decreto legislativo, 09/04/2008 n° 81, G.U. 30/04/2008);
  • esistono cure preventive e di supporto del sistema immunitario, nonché efficaci protocolli farmacologici verificati su decine di migliaia di pazienti sintomatici da parte di centinaia di medici (ad esempio, associati a “IppocrateOrg” e “Comitato Cura Domiciliare Covid-19”);
  • il L . 127/2021 introduttivo del c.d. “super green pass” non è LEGGE, poiché tale è solo quella approvata dal Parlamento e non ciò che è previsto in via normativa dal Governo, come appunto il D.L. in questione;
  • la materia della salute, pubblica e individuale, è soggetta a RISERVA DI LEGGE ASSOLUTA (v. 32 Cost.);
  • l’equazione “green pass = salute e/o protezione della stessa”, pure alla luce delle considerazioni medico-sanitarie che precedono, è attualmente priva di fondata evidenza scientifica certa ed oggettiva; per cui si configura come illegittima qualunque azione discriminatoria (di istituzioni, enti e datori di lavoro pubblici o privati) basata su affermazioni non provate scientificamente, salva concreta e riscontrabile prova contraria a carico (in base ai generali principi di legge) di chi la propugna, afferma, persegue e/o teorizza;
  • a norma di legge il datore di lavoro è tenuto all’acquisizione dell’autocertificazione del possesso del green pass valido al momento dell’ingresso sul luogo di lavoro da parte del lavoratore, il quale non è tenuto a dichiarare altro, ai sensi dell’articolo 47 del testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa, di cui al decreto del Presidente della Repubblica del 28 dicembre 2000, n. 445;
  • in mancanza di tali prove, il soggetto privo di codesto “lasciapassare” per libera scelta (tuttora in essere, sia pure solo formalmente) è ingiustamente penalizzato e illegittimamente discriminato, essendo di fatto limitata la sua libertà ed eguaglianza ed impedito il pieno sviluppo della sua persona e l’effettiva partecipazione, anche quale lavoratore, all’organizzazione, politica, economica e sociale del Paese (art. 3 ). Il che comporta altresì l’inevitabile compromissione dei correlati diritti inviolabili che la Repubblica gli riconosce e garantisce nelle formazioni sociali ove svolge la sua personalità, richiedendo l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà, politica, economica e sociale (art. 2 Cost.);
  • in applicazione di codesto impianto normativo, la Corte Costituzionale (sentenze nn. 307/1990 e 5/2018, tra le altre) ha perciò stabilito che il diritto alla salute non può essere discrezionalmente trasformato dalla Stato in diritto “tiranno” a danno degli altri diritti costituzionalmente rilevanti, occorrendo che il sacrificio del singolo a favore della collettività sia giustificato da un beneficio certo e vantaggioso, in termini di salute, per la collettività e il singolo stesso: requisito che non può dirsi soddisfatto laddove il trattamento sanitario, (come quello collegato e/o finalizzato al possesso del “green pass”) non lo garantisca e sia peraltro imposto e/o preteso surrettiziamente dallo Stato, come nell’attuale fase;
  • pertanto, anche nell’attuale momento storico-sociale, il diritto al lavoro per come previsto e tutelato in particolare dagli 1 e 4 della Costituzione ha la stessa rilevanza e dignità costituzionale del diritto alla salute che non può dunque prevalergli, ma deve, di contro, rispettarlo con esso coesistendo e contemperandosi in una logica di reciproco bilanciamento perché sia assicurata a tutti i lavoratori, siccome anche cittadini, pari dignità sociale, senza distinzione di condizioni personali e sociali, che invece l’inopinato possesso del “green pass” favorisce e attua.

Tanto premesso

 e da costituire parte integrante e sostanziale del presente scritto.

NOI LIBERI LAVORATORI E CITTADINI DELLA REPUBBLICA ITALIANA

DENUNCIAMO

come infondatamente e  illegittimamente DISCRIMINATORIA ogni decisione aziendale di esclusione dal lavoro dei lavoratori privi del “green pass” per legittima scelta e

RIVENDICHIAMO

che  ci  sia  riconosciuto  lo  stesso  status di  “rischio trascurabile e comunque sostenibile” di diffusione del virus, concessocome privilegium indiscriminato e aprioristico ai soggetti in possesso del green pass. Pertanto

PRETENDIAMO

che l’azienda apra un tavolo di confronto con tutti i lavoratori (e la partecipazione di consulenti scientifici da loro nominati) per concordare una policy sanitaria NON-DISCRIMINATORIA ed orientata alla prevenzione di tutte le malattie infettive tramite il rafforzamento del sistema immunitario, nel pieno rispetto della libertà individuale di scelta terapeutica e della sicurezza nell’ambiente di lavoro.

                                                                                        Osservatorio della Salute
                                                                                     dialogosullavoro@gmail.com

                                                                           

 

 

 

 

 

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1 commento

  1. Maria Cristina Rizzardi

    GRANDIOSI!, GRAZIE 💖💯👏👏👏

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