L’Internazionale biocida sta giocando una importante partita in queste settimane. Mercoledi 9 febbraio il Parlamento ha approvato con 301 voti a favore, 150 contrari e due astensioni un Progetto Legge (PL6299/2002) che facilita l’apertura dei mercati brasiliani ai nuovi agrotossici. Il PL, conosciuto anche come ‘pacchetto veleno’, lascia al Ministero dell’Agricoltura le operazioni di fiscalizzazione e analisi di questi prodotti destinati all’uso agricolo e, dunque, destinati all’alimentazione di noi tutti.
Si tratta di un disegno di legge depositato presso la Camera dei Deputati nel 2002: 20 anni dopo arriva in Senato.
Gli oppositori evidenziano come i veleni in questione siano banditi nei paesi produttori[1].
Le sei imprese transnazionali che dominano il mercato dei pesticidi, dei transgenici e dell’industria farmaceutica sono Syngenta, Bayer Crop Science, Basf, Dow agroscience, Monsanto e DuPont, per metà statunitensi e per metà Mitteleuropee, governano il mercato alimentare e sanitario mondiale.
E sono tra i principali finanziatori del Congresso agroalimentare brasiliano, importante appuntamento che vede la partecipazione di funzionari e altri attori di spicco nel settore[2].
Nel corso degli anni il Brasile ha approvato l’uso di un numero crescente di veleni per uso agricolo: nel 2016, 277, nel 2017, 404, nel 2018, 449, nel 2019 474, nel 2020, 493 mentre lo scorso anno il Governo Bolsonaro ha dato il via a 550 nuovi pesticidi[3].
https://www.brasildefators.com.br/2022/02/11/luis-inacio-avisou-sao-300-picaretas-com-anel-de-doutor

Ing. Leonardo Melgarejo
“La notte di questo mercoledi 9 febbraio – afferma l’ingegnere agronomo Leonardo Melgarejo, voce instancabile nella lotta a favore dell’agricoltura sostenibile – è stato nuovamente evidenziato il predominio dell’agribusiness internazionale sulla maggioranza parlamentare. Quella notte – continua – due terzi dei deputati che, in teoria, dovrebbero lavorare per la salute, la sicurezza e la sovranità dei brasiliani hanno agito nel modo che valse loro il nome di ‘usurai della patria’, come Brizola etichettava questo tipo di persone”[4].
Melgarejo denuncia come le centinaia di nuovi prodotti autorizzati siano semplici copie dei precedenti e smonta la narrativa corrente che vuole più agrotossici in mercati sempre più globalizzati: la consapevolezza intorno alle gravi conseguenze sulla salute di chi si alimenta a base di agrotossici sta crescendo. Parliamo di prodotti teratogeni, genotossici, cancerogeni e con effetti sull’apparato riproduttivo. Questa consapevolezza riduce il mercato dei prodotti incriminati anziché espanderlo e induce ad un costante abbassamento dei prezzi. Per i consumatori più informati non sono rischi accettabili. Le inevitabili ricadute piombano sulle spalle degli agricoltori costretti dal sistema a cedere alle ‘proposte’ delle imprese transnazionali favorendo una produzione orientata alle esportazioni più che al consumo interno. Fatto, questo, che induce all’aumento dei prezzi dei prodotti agroalimentari e ad una minore capacità di acquisto dei brasiliani[5].
La battaglia che il Brasile sta combattendo ci riguarda. Non solo perché ciò che viene prodotto dall’altra parte del mondo prima o poi arriverà sulle nostre tavole. Ma perché anche da noi le politiche agricole hanno ceduto il passo alla grande industria e sotto l’apparenza democratica e ipercontrollata quello che è uscito dalla finestra rientra dal portone.
E’ sempre più evidente che il nocciolo critico della questione riguarda la pervasività dei giganti dell’agribusiness tra le maglie degli Stati, la capacità di orientare le politiche dei Governi e di fare manbassa della capacità produttiva degli agricoltori.
Una vera guerra dissimulata e fatta di leggi e lessico ingannevoli ai danni delle popolazioni di tutto il mondo.
Chiara Madaro
Il resto ha diverse faccia ,questa è una delle grosse faccia col sapore del veleno.
Excelente artigo! Quem não tem dúvidas sobre o casamento entre os negócios do OGMs e a produção de agrotóxicos que afetam a alimentação, está equivocado/a!