Osservazioni costruttive alla Proposta di REGOLAMENTO DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO relativo all’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari

Una analisi molto dettagliata del nuovo regolamento sui pesticidi proposto dalla Commissione Europea evidenzia che le indicazioni della Corte dei Conti del 2020 come indicato nella proposta stessa di regolamento sui pesticidi, https://www.eca.europa.eu/it/Pages/DocItem.aspx?did=53001  sono state incisive e decisive, rilevando che:
“L’applicazione della difesa integrata è obbligatoria per gli agricoltori,
ma non è un requisito per percepire i pagamenti a titolo della politica agricola comune e il sistema per far rispettare tale obbligo è debole.
Le statistiche UE disponibili e i nuovi indicatori di rischio non mostrano in che misura questa politica sia riuscita a conseguire un uso sostenibile dei prodotti fitosanitari.
La Corte formula raccomandazioni connesse alla verifica della difesa integrata a livello di azienda agricola, al miglioramento delle statistiche sui prodotti fitosanitari e allo sviluppo di indicatori di rischio migliori.”
La proposta avanzata dalla Commissione Europea invece https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:52022PC0305&from=EN  sembra mettere solo una toppa al gravoso problema ambientale, etico e contro la stessa salute, causato dall’uso non a norma dei pesticidi, ormai dichiaratamente fuori controllo, dimenticando che l’unica soluzione che può consentire di raggiungere gli obiettivi di riduzione dell’uso spropositato dei principi attivi più pericolosi e tossici (registrati in Italia in aumento dal 2012 al 2020) è proprio l’agricoltura biologica.
Anche la strategia farm to fork https://eur-lex.europa.eu/resource.html?uri=cellar:ea0f9f73-9ab2-11ea-9d2d-01aa75ed71a1.0009.02/DOC_1&format=PDF, che vincola la nuova PAC fornisce una determinante base per questo nuovo regolamento, formulando oltre all’obiettivo di ridurre l’uso dei pesticidi, anche quello di aumentare le superfici agricole coltivate con il metodo biologico, evidenziando a ciascuno Stato membro, “l’impellente necessità di ridurre la dipendenza da pesticidi e antimicrobici” e la connessa volontà di dover “ridurre il ricorso eccessivo ai fertilizzanti, potenziare l’agricoltura biologica (che dovrà raggiungere l’obiettivo di almeno il 25 % della superficie agricola dell’UE entro il 2030), migliorare il benessere degli animali e invertire la perdita di biodiversità”
La proposta di regolamento, come tutte le precedenti norme inerenti l’uso sostenibile dei pesticidi, ignora ancora una volta quanto sia contraddittorio ed infruttuoso non considerare la valenza delle 60 sostanze attive, di cui 26 chimiche, attualmente ammesse in agricoltura biologica, tutte autorizzate ai sensi del regolamento (CE) n. 1107/2009, se si intende realmente conseguire gli obiettivi di riduzione dell’uso dei pesticidi più pericolosi.
Serve considerare che queste 60 sostanze hanno superato importanti requisiti inerenti la tossicità, la persistenza ed il rischio, per poter essere ammessi nell’allegato I del regolamento attuativo (UE) 2021/1165 della Commissione, regolamento che è parte integrante dell’obiettivo connesso di aumento della superficie agricola utilizzata investita ad agricoltura biologica e che consentirebbero di non abbandonare e non trasformare le superfici coltivate o coltivabili in tutte le aree sensibili e nei loro stessi dintorni.
Serve evidenziare inoltre che non è possibile ignorare che tutti i 60 prodotti autorizzati ai sensi del regolamento (UE) n. 848/2018 per l’agricoltura biologica: “possono essere utilizzati nella produzione biologica, purché il loro uso sia stato autorizzato anche nella produzione non biologica” e che “la Commissione ha già valutato l’utilizzo di taluni prodotti e sostanze nella produzione biologica sulla base degli obiettivi e principi previsti dal regolamento (CE) n. 834/2007 del Consiglio”, che “i prodotti e le sostanze selezionati sono stati successivamente autorizzati in condizioni specifiche dal regolamento (CE) n. 889/2008 della Commissione ed elencati in alcuni allegati di tale regolamento.” e che è stato infine ritenuto “opportuno includere tali prodotti e sostanze negli elenchi ristretti da redigere sulla base del regolamento (UE) 2018/848.”
Nel nostro elaborato tutte le proposte sono evidenziate in giallo, spesso integrando semplici parole o intere parti della direttiva 2009/128/CE ”tralasciate”, mentre le parti da cancellare sono opportunamente rimpicciolite, le frasi salienti sono evidenziate in neretto e la numerazione a piede di pagina mantiene quella originale al fine di consentire un veloce confronto con i due testi della proposta originale della Commissione (regolamento e allegati).
Questo certosino lavoro ha il merito di prospettare una inscindibile connessione della complessa proposta di regolamento con la determinante promozione dall’agricoltura biologica, decollata, certificata e controllata nell’Unione Europea ormai dal 1991 e considerata complementare all’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari nelle premesse, inerenti la coerenza con le disposizioni vigenti, nei considerata (7), (11) e (15) e negli articoli 8, 10, 35 nonché nell’allegato III inerente le materie di formazione obbligatoria, mentre viene completamente omessa dalla Commissione Europea negli articoli 15 e 26, oltre che per il miglioramento delle statistiche sui prodotti fitosanitari e per lo sviluppo di indicatori di rischio migliori, richiesti dalla stessa Corte dei Conti europea, dando l’idea che si utilizza e si cita l’agricoltura biologica per mostrare a i cittadini che se ne intende valorizzare la produzione, limitandone poi nel concreto l’utilizzazione, giustificandosi che su 350 pesticidi ammessi in Europa 26 dei 60, attualmente ammessi in agricoltura biologica, contengono anch’essi sostanze chimiche, molte delle quali di origine naturale e ampiamente presenti in natura. mentre viene completamente e volontariamente omessa dalla Commissione europea negli articoli 15 e 26, oltre che per il miglioramento delle statistiche sui prodotti fitosanitari e per lo sviluppo di indicatori di rischio migliori, richiesti dalla stessa Corte dei Conti europea, dando l’idea che si utilizza e si cita l’agricoltura biologica per mostrare a i cittadini che se ne intende valorizzare la produzione, limitandone poi nel concreto l’utilizzazione, giustificandosi che su 350 pesticidi ammessi in Europa 26, attualmente ammessi in agricoltura biologica, contengono anch’essi sostanze chimiche, molte delle quali di origine naturale e ampiamente presenti in natura, che elenchiamo per chiarire l’attacco a cui questa proposta sottopone l’agricoltura biologica:
  • biossido di carbonio
  • chitosano cloridrato
  • cloruro di sodio
  • deltametrina (solo in trappole)
  • etilene (solo su banane patate e agrumi)
  • fosfato diammonico (solo in trappole)
  • fosfato ferrico (tra le sostanze a basso rischio)
  • fruttosio
  • idrogenocarbonato di potassio
  • idrogenocarbonato di sodio
  • idrossido di calcio
  • idrossido di rame (candidato alla sostituzione)
  • lambda-cialotrina (solo in trappole)
  • L-cisteina
  • lecitine
  • olii di paraffina
  • ossicloruro di rame (candidato alla sostituzione)
  • ossido di rame (candidato alla sostituzione)
  • perossido di idrogeno
  • polisolfuro di calcio
  • poltiglia bordolese (candidato alla sostituzione)
  • saccarosio
  • silicato di allumino (caolino)
  • solfato di rame tribasico (candidato alla sostituzione)
  • spinosad
  • zolfo
Si aggiunga che la Risoluzione del Parlamento Europeo del 12 febbraio 2019 sull’attuazione della direttiva 2009/128/CE, inserita nel considerata 3 della proposta, segnala logicamente che “l’agricoltura biologica svolge un ruolo importante quale sistema con impiego ridotto di pesticidi per cui dovrebbe essere ulteriormente incoraggiata” (J) invitando la Commissione a proporre un ambizioso obiettivo vincolante a livello dell’UE per la riduzione dell’uso dei pesticidi.
Il cambio di paradigma da garantire nel regolamento proposto dalla Commissione
Essendo l’obiettivo del regolamento proposto identico a quello previsto dalla importante direttiva 2009/128/CE, già accennato nel lontano 1991 dalla direttiva 91/414/CEE relativa all’immissione in commercio dei prodotti fitosanitari e continuamente lanciato in seguito, attraverso la Decisione n. 1600/2002/CE, con cui fu avviata la “Strategia tematica per l’uso sostenibile dei pesticidi”; con il regolamento (CE) n. 178/2002 che ha istituito l’Autorità europea per la sicurezza alimentare e con il regolamento (CE) n. 396/2005, inerente i livelli massimi di residui di antiparassitari nei o sui prodotti alimentari e mangimi di origine vegetale e animale.
Non essendo ancora riusciti a ridurre l’uso dei pesticidi più pericolosi che addirittura in Italia, in base ai dati rilevati dall’ISTAT, sono passati da kg. 29.225.661 di principi attivi non ammessi in agricoltura biologica venduti nel 2012, a kg. 30.993.665 venduti nel 2020.
Mentre come ben evidenziato a pagina 2 della proposta UE “la società si interroga sempre più sui rischi connessi all’uso dei pesticidi e ciò è evidente alla luce dell’elevato numero di petizioni, di due iniziative promosse dai cittadini europei e di interrogazioni parlamentari sull’argomento”.
Serve cambiare paradigma di intervento e anziché modificare, in modo incomprensibile e probabilmente impugnabile presso la Corte di giustizia europea e presso la stessa Corte dei Conti, il nuovissimo regolamento (UE) 2021/2115, con l’incomprensibile fine di “prevedere un sostegno finanziario per la transizione verso un uso più sostenibile dei pesticidi” (ormai decretato per legge in tutta l’Unione europea dal 1° gennaio del 2014), fornendo “finanziamenti supplementari per le misure adottate in attuazione del presente regolamento” da “applicarsi a qualsiasi obbligo per gli agricoltori e gli altri utilizzatori derivante dall’applicazione del presente regolamento”, serve sancire, come la logica richiede ormai da alcuni decenni, se davvero si intende raggiungere gli obiettivi, l’obbligo scontato di:
  • vendere i prodotti fitosanitari esclusivamente con fatturazione elettronica.
  • consentire l’acquisto e l’uso dei prodotti fitosanitari solo in presenza di un atto fitoiatrico redatto da un professionista abilitato (come richiesto anche dal Consiglio dell’ordine dei dottori agronomi e dei dottori forestali).
  • vietare gli acquisti on line di prodotti fitosanitari che da soli basterebbero per inficiare tutto il regolamento.
  • proteggere con precise norme e relative sanzioni tutta la popolazione inerme.
  • esporre obbligatoriamente avvisi relativi all’uso di prodotti fitosanitari sul perimetro dell’area da trattare.
  • vietare sempre tutte le irrorazioni aeree.
  • mantenersi sempre ad opportune distanze dai corsi d’acqua e proteggere la falda acquifera che se viene inquinata non può mai più essere bonificata.
  • mantenersi, per i trattamenti non ammessi in agricoltura biologica ad opportune distanze dai terreni coltivati con il metodo dell’agricoltura biologica che vanno considerati “aree sensibili” alla stessa stregua delle “superfici non produttive” gestite per il mantenimento del terreno in buone condizioni agronomiche e ambientali (BCAA).
  • effettuare il monitoraggio dei progressi utilizzando le statistiche sui 290 principi attivi non ammessi in agricoltura biologica e non genericamente su tutti i 350 principi attivi in commercio, al fine di superare gli insoddisfacenti indicatori di rischio che la Corte dei conti stessa chiede di rendere funzionali.
  • Non vietare ai professionisti laureati e diplomati ed agli stessi professori universitari e ricercatori in materia, il diritto di esprimersi e fare consulenza in un ambito che spetta innanzitutto a loro prima ancora che ai “consulenti abilitati” dei rivenditori autorizzati.
Concludendo
Serve un lavoro di cosciente intervento strategico per contrastare la tendenza in atto di omologare l’agricoltura europea all’agricoltura molto più contaminata ed inquinante degli altri paesi che producono cibo industrialmente. introdurre la deregolamentazione dei nuovi OGM prodotti dalle stesse aziende biotech.
Rendendoci conto della complessità e dell’ampiezza di norme così specifiche segnaliamo agli interessati, alle associazioni ed agli esperti, che è sufficiente leggere quanto da noi inserito ed evidenziato in giallo ed eventualmente quanto di valido o controverso proposto dalla Commissione europea evidenziato in neretto, per potersi rapidamente fare un quadro di cosa sta avvenendo e di cosa possiamo tutti insieme proporre.
Ogni suggerimento ogni errore correggibile sarà di grande aiuto
Augurandosi si possa recepire l’importanza della coerenza normativa
Auguriamo buon lavoro.
Dario Dongo presidente Egalité
Eugenio Serravalle presidente Assis
Francesco Illy azienda agricola biologia
Giacomo Meloni Confederazione Sindacale Sarda
Gianni Cavinato presidente Associazione Consumatori Utenti
Giovanni Malatesta Azienda agricola biologica
Marco Bertelli presidente CREAA
Marco Mameli presidente Assotziu Consumadoris Sardigna
Marco Tiberti presidente European Cosumers APS
Mario Apicella direzione tecnica AltragricolturaBio
Matteo Carbone direzione tecnica AltragricolturaBio
Maurizio Mazzariol presidente Altragricolura Bio
Mauro Falcione presidente Vitaly Bio
Michela Del Vecchio direzione tecnica AltragricolturaBio
Patrizia Gentilini medico oncologo ed ematologo
Riccardo Piras a Cunfederazione Liberos Massaios e Pastores Sardos,
Per scaricare il testo completo della contro-proposta:

La controproposta italiana al nuovo Regolamento UE sulla utilizzazione sostenibile dei pesticidi

Per sottoscrivere la controproposta scrivere a marioapicella@yahoo.it o a
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