Il chip sul Parmigiano Reggiano tutela produttore e consumatore e può non essere ingerito

La nanotecnologia può essere utilizzata per migliorare la tracciabilità dei prodotti, in un’epoca di mercato globale che favorisce di fatto la contraffazione alimentare a scapito delle produzioni locali di qualità. Tuttavia, come accaduto con il grafene[1], anche l’introduzione di queste tecnologie ha generato molte e solo parzialmente giustificate inquietudini.

European Consumers APS ritiene che non siano le tecnologie di per sé una minaccia, ma solo l’eventuale uso che di esse viene fatto. Mette inoltre in guardia tutti i lettori affinché tengano presente che esistono molti siti che guadagnano sulle fake e le diffondono volontariamente. Questo non solo per fini economici, ma anche per screditare gruppi di opposizione. A questo si aggiunga il sensazionalismo che, in un paese notoriamente di analfabeti funzionali come l’Italia, è in grado non solo di creare notevoli guadagni ma anche di disinformare l’opinione pubblica.

European Consumers APS ritiene ad esempio una misfake la notizia diffusa nei social di un chip commestibile che il consumatore mangerebbe insieme al Parmigiano Reggiano ed ha comunicato su Facebook che il chip, per quanto ufficialmente privo di effetti collaterali, difficilmente potrebbe essere ingerito dal consumatore. Nonostante nel testo diffuso su Facebook non si facesse cenno a persone e responsabilità particolari vi è stata una virulenta risposta direttamente rivolta ad European Consumers da Maurizio Martucci, promotore e portavoce dell’Alleanza Italiana Stop 5G [2], che sembra aver voluto travisare quanto asserito.

Un micro-transponder, prodotto in collaborazione con Kaasmerk Matec e p-Chip Corporation, sarà effettivamente integrato nell’etichetta di caseina presente sulla crosta esterna per garantire autenticità e tracciabilità di ciascuna forma[3].

La smart label digitale è resistente a caldo e freddo e posizionata sulla crosta esterna. Si tratta di p-Chip di silicio realizzati a Chicago con prestazioni superiori ai chip RFID (carte di credito, bancomat) e leggibili da QRCode. I dati forniranno informazioni su filiera, alimentazione delle mucche, origine del latte, produzione, processo di stagionatura e ispezione qualitativa finale[4]. Il chip contiene le informazioni presenti nella placca di caseina (caseificio produttore, data di produzione e altre info disponibili solo agli operatori). Ha però il vantaggio di non deteriorarsi e può ospitare un maggior numero di contenuti. A tutto ciò si aggiungono i vantaggi e la sicurezza della tecnologia blockchain: come la certezza di ogni dato, l’impossibilità di contraffazione, la possibilità di acquisire e registrare la produzione in tempo reale e di acquisire i dati delle forme durante la stagionatura e negli spostamenti.

I chip nei test di laboratorio sono rimasti per tre settimane in un modello di acido gastrico senza perdite di materiale pericoloso. Bill Eibon, Chief Technology Officer di p-Chip, ne avrebbe mangiato uno senza subire effetti negativi. Non è possibile tracciare le persone perché i chip non possono essere letti a distanza e non possono essere letti una volta ingeriti[5].

Il Parmigiano Reggiano è tra i prodotti italiani maggiormente conosciuti e contraffatti al mondo. La sua origine è fatta risalire a nove secoli fa. I primi caseifici vennero creati nei monasteri benedettini e cistercensi di Parma e di Reggio Emilia, favoriti dall’abbondanza di acqua e da cui si diffuse la produzione di un formaggio a pasta dura, ottenuto dalla lavorazione del latte in ampie caldaie[6].

Per la sua produzione si usano gli stessi ingredienti e gli stessi metodi, seppur modernizzatati, dei monaci del XII secolo e non si aggiungono additivi. All’inizio del 1900 la lavorazione del Parmigiano Reggiano sviluppa alcune innovazioni, come l’uso del siero innesto e del riscaldamento a vapore, che ne migliorano la qualità.

Da oltre 70 anni dal 1934 è salvaguardato dal Consorzio del Parmigiano Reggiano[7] e dal 1996 gode del marchio DOP che ne garantisce l’autenticità, riconosciuto a livello europeo[8]. Oggi è prodotto in circa 350 piccoli caseifici artigianali e di circa 3500 agricoltori-produttori di latte che devono conservare inalterato il metodo di lavorazione e l’altissimo livello qualitativo. Il regolamento impedisce l’uso di foraggi insilati, alimenti fermentati e farine di origine animale e l’alimentazione con foraggi prodotti nell’area di produzione, comprendente le provincie di Reggio Emilia, Modena, Parma e Bologna a sinistra del fiume Reno e Mantova a destra del Po[9]. Con 3,8 milioni di forme, è il terzo formaggio italiano per produzione dopo il Grana Padano e il Gorgonzola.

Come tutti i prodotti italiani di qualità conosciuti sul mercato internazionale è stato oggetto di numerose contraffazioni, soprattutto negli Stati Uniti. Secondo Coldiretti[10] è il prodotto agroalimentare più imitato al mondo. Trattandosi di un prodotto che costa in media quasi 20 euro al chilo (il prezzo varia a seconda della stagionatura), replicare una versione più economica è particolarmente redditizio.

La produzione di falsi Parmigiano Reggiano ha superato quella degli originali, con imitazioni in tutti i continenti trainata da «un’industria del tarocco che ha i suoi centri principali negli Stati Uniti, Canada, Australia e Sudamerica[11]. Il Consorzio ha stimato che i guadagni derivanti dal “parmesan” contraffatto nel 2022 sono stati di circa 1,84 miliardi di euro corrispondente a circa 200mila tonnellate di prodotto, ossia oltre 3 volte il volume del Parmigiano Reggiano esportato.[12].

Gli USA sono grandi produttori di parmigiano “taroccato” che viene venduto come “Parmesan”[13]. In Uruguay è sul mercato come “Parmesano”[14], in Argentina come “Reggianito”[15] e in Brasile come “Parmesano”. La National Milk Producer[16] statunitense ha chiesto di vendere le imitazioni dei formaggi italiani addirittura in Europa. In mancanza di leggi che prevedano il rispetto del DOP in Thailandia è addirittura venduto un Parmigiano Reggiano made in France[17] ad un prezzo di 135 euro al chilo.

Nel marzo 2021 è stato fermato il sesto tentativo del gruppo Alpina di registrare il marchio “Parmesano” in Colombia. La Sovrintendenza all’industria e al commercio colombiana ha negato la registrazione del marchio “Alpina Parmesano Snack” ed emesso un provvedimento per la tutela delle Indicazioni geografiche nel paese latino-americano sulla base del concetto di Denominazione d’origine protetta. Merito dell’accordo di libero scambio concluso dalla Ue con Colombia, Perù ed Ecuador, dicono dal Consorzio, che ha consentito di riconoscere la protezione della Dop Parmigiano Reggiano nei paesi andini[18].

Anche in Cile, l’Ambasciata Italiana ha ottenuto il riconoscimento della denominazione d’origine del parmigiano Italiano e la garanzia che i prodotti simili al parmigiano, ma privi del certificato di tracciabilità dell’origine non si possano più vendere come parmigiano in tutto il paese.

In rete, a livello internazionale il mercato online propone la vendita di formaggi denominati Parmigiano del tutto estranei al Consorzio Dop, che nel 2016 ha stretto un accordo con la società Netnames[19] per trovare marchi utilizzati in modo illecito e segnalarli alle autorità competenti.

Un recente caso in Italia ha destato clamore tra gli addetti ai lavori, in relazione alla tracciabilità immediata. Nel marzo 2018 i Nas di Parma hanno sequestrato oltre 18.000 forme di Parmigiano Reggiano per un valore commerciale di circa 10 milioni di euro, presso due caseifici della medesima società agricola, uno a Suzzara in provincia di Mantova e l’altro a Luzzara in provincia di Reggio Emilia, per sospetta frode in commercio. Il presidente del caseificio era Paolo Carra, all’epoca presidente di Coldiretti di Mantova e della Cooperativa Virgilio di Mantova (70 caseifici e 2.000 produttori associati).

Secondo i Nas e i vigilatori del Consorzio di tutela, presso lo stabilimento mantovano sarebbero state utilizzate fasce marchianti assegnate allo stabilimento situato in provincia di Reggio Emilia. Le fasce marchianti sono fornite dal Consorzio per imprimere sulla superficie esterna di ogni forma la scritta “parmigiano-reggiano”, la matricola, l’annata e il mese di produzione per l’identificazione e la tracciabilità del formaggio e per evitare che vengano marchiate forme che non possono essere classificate come Parmigiano Reggiano[20].

Questo scambio è considerato alla stregua di una frode e vietato dai regolamenti del consorzio. Secondo i Carabinieri dal 1° gennaio 2018, le forme prodotte giornalmente dallo stabilimento riportavano un numero identificativo riferito all’unità produttiva emiliana. Per queste violazioni il legale rappresentante del consorzio agricolo e il casaro della latteria mantovana sono stati denunciati all’Autorità giudiziaria. Tuttavia in sede processuale Paolo Carra, portato in giudizio insieme al casaro Raffaele Terziotti, è stato assolto perché il “fatto non sussiste”[21].

Nel marzo del 2020 in seguito a un controllo dei carabinieri del Nas di Parma oltre 5mila forme di parmigiano reggiano sono state sequestrate in un magazzino di stagionatura di Mantova, mentre il responsabile del caseificio e il casaro sono stati denunciati per tentata frode in commercio per la mancanza della placca di caseina[22].

Nel gennaio 2021 i Carabinieri della Stazione e i colleghi del Reparto Tutela Agroalimentare di Parma hanno accertato la presenza nei magazzini aziendali di un produttore di Berceto di 136 chilogrammi di Parmigiano Reggiano, pronti per essere venduti come Parmigiano Reggiano “prodotto di montagna”. Sono state circa 500 etichette riportanti l’indicazione “Parmigiano Reggiano di montagna”. Il materiale è stato sottoposto a sequestro e il legale rappresentante dell’azienda denunciato[23].

Nel novembre 2022 Esselunga ha pubblicato il richiamo di un lotto di Parmigiano Reggiano Dop 24 mesi, confezionato da Trentin Spa, perché “alcune confezioni etichettate come Parmigiano Reggiano potrebbero contenere Grana Padano che ha come ingrediente il lisozima, un conservante derivante dall’uovo (allergene)”[24].

A questo proposito ricordiamo ai consumatori che il Parmigiano Reggiano si distingue dal Grana Padano per i marchi del consorzio sulla superficie laterale e per il film utilizzato per confezionare i prodotti: quello per il Parmigiano Reggiano ha i due loghi del consorzio, mentre il film del Grana Padano è neutro e senza loghi.

In seguito ai fatti qui esemplificati il Consorzio avrebbe quindi deciso l’utilizzo l’introduzione di etichette digitali per garantire un prodotto ben protetto e tracciato a maggior tutela della filiera, dei produttori e dei consumatori. Sui siti del produttore del parmigiano e del chip non si parla di chip da ingerire, ma sicuro per contatto con alimenti, integrato nella placca di caseina sulla crosta della forma e che può essere letto da un operatore a mezzo di un laser collegato ad un tablet.

Se non si vuole ingerire il chip, usando la crosta per zuppe o brodi, basta procedere con la raschiatura della superficie ed evitare nel caso la placca di caseina su cui sono stampati i codici.

Nessun rischio neanche per il Parmigiano grattugiato per le quali non siarriva mai a grattare la parte esterna perchè  le parti scritte esterne scure darebbero un colore dissuasivo per il consumatore.

Altro discorso sono invece tutte le tecnologie che un domani potrebbero essere inserite in cibi e farmaci e che potrebbero controllare l’uomo dall’interno, come affermano da tempo vari potenti della Terra. Se questo accadrà sarete tempestivamente allertati dalla scrivente Associazione.

Non è intenzione di European Consumers APS di portare avanti una lite poco costruttiva, ma è importante ribadire quanto affermato dall’Associazione. Il sig. Martucci ha ecceduto nell’allarmismo in questa vicenda e ha sbeffeggiato European Consumers APS travisandone le dichiarazioni. Se per caso fosse stato pure gratuitamente offensivo verso la nostra associazione, ciò lo si imputerà ad una intemperanza momentanea e tutto sarà risolto con un nostro consiglio paterno: non gridare “al lupo! al lupo!” quando il lupo non c’è, perchè quando il lupo arriverà davvero nessuno ci crederà!.

[1] Grafene, carbonio e nanotransistor. Il futuro è tossico? https://www.europeanconsumers.it/2022/08/08/grafene-carbonio-e-nanotransistor-il-futuro-e-tossico/; Grafene: rischi di una tecnologia emergente https://www.europeanconsumers.it/2021/08/29/grafene-rischi-di-una-tecnologia-emergente/

[2] Microchip nel parmigiano: l’Italia non è un paese per giornalisti liberi (se siamo al 41° posto al mondo ci sarà un perché). https://oasisana.com/2023/08/27/microchip-nel-parmigiano-litalia-non-e-un-paese-per-giornalisti-liberi-se-siamo-al-41-posto-ci-sara-un-perche/

[3] Consorzio del Parmigiano Reggiano, p-Chip Corporation e Kaasmerk Matec collaborano per lanciare una svolta rivoluzionaria nella tecnologia di tracciabilità digitale sicura per gli alimenti. https://www.parmigianoreggiano.com/news/parmigiano-reggiano-consorzio-pchip-corporation-kaasmerk/

[4] P-CHIP: è la nuova tecnologia per la tracciabilità, presentata al Summer Fancy Food di New York. https://www.parmigianoreggiano.com/it/hnews/pchip-nuova-tecnologia-per-la-tracciabilit%C3%A0-presentata-al-summer-fancy-food-di-new-york/

[5] Italians install edible blockchain chips into parmesan. https://www.fudzilla.com/news/57447-italians-install-edible-blockchain-chips-into-parmesan

[6] Il Parmigiano Reggiano. Dal Medioevo ad oggi, storia di una eccellenza. https://parmigiano-terrealte.com/storia-del-parmigiano/

[7] Pagine ufficiali del Consorzio Parmigiano Reggiano. https://www.parmigianoreggiano.com/it/

[8] Regolamento (UE) n. 794/2011 della Commissione, dell’ 8 agosto 2011 , recante approvazione delle modifiche del disciplinare di una denominazione iscritta nel registro delle denominazioni d’origine protette e delle indicazioni geografiche protette [Parmigiano Reggiano (DOP)]. https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=CELEX%3A32011R0794

[9] Il Territorio. Un legame imprescindibile. https://www.parmigianoreggiano.com/it/prodotto-territorio

[10] La contraffazione del Made in Italy: il parmigiano reggiano. https://lascuolafanotizia.it/2020/05/28/la-contraffazione-del-made-in-italy-il-parmigiano-reggiano-peer-say-no/

[11] Falso parmigiano sorpassa il vero: da parmesan a grana pompeana, ecco la minaccia al Made in Italy.

[12] Parmigiano Reggiano DOP, un chip contro la contraffazione. https://www.qualivita.it/news/parmigiano-reggiano-dop-un-chip-contro-la-contraffazione/

[13] La diatriba assurda tra Parmigiano Reggiano e parmesan, una volta per tutte. https://www.marieclaire.it/food/a42938595/parmigiano-reggiano-e-parmesan-differenze/

[14] Made in Italy, ecco 5 eccellenze del cibo imitate all’estero. https://www.corriere.it/cook/news/cards/made-italy-ecco-5-eccellenze-imitate-all-estero/parmesan-romanello.shtml

[15] Reggianito. https://www.authentico-ita.org/prodotti-italian-sounding/formaggi-italian-sounding/reggianito-italian-sounding/

[16] News sui Dazi USA: un documento della National Milk Producers Federation dichiara guerra all’agroalimentare europeo. https://www.parmigianoreggiano.com/it/news/news-sui-dazi-usa-un-documento-della-national-milk-producers-federation-dichiara-guerra-allagroalime/

[17] Parmigiano made in France a 135 euro/kg: nuova truffa internazionale ai danni del Re dei formaggi. https://www.reggioreport.it/2019/12/parmigiano-made-in-france-a-135-euro-kg-nuova-truffa-internazionale-ai-danni-del-re-dei-formaggi/

[18] Dal Russkiy Parmesan al Parmesano di Colombia, l’Italia alla guerra dei finti marchi. https://www.ilsole24ore.com/art/dal-russkiy-parmesan-parmesano-colombia-l-italia-guerra-finti-marchi-AEYKqeBD?refresh_ce=1

[19] Parmigiano Reggiano con NetNames per la lotta alla contraffazione alimentare. https://www.italiaatavola.net/alimenti/2016/6/20/parmigiano-reggiano-netnames-lotta-contraffazione-alimentare/45043/

[20] Parmigiano Reggiano: Nas sequestra 18 mila forme per sospetta frode in commercio. Coinvolto Carra presidente di Coldiretti Mantova. https://ilfattoalimentare.it/parmigiano-reggiano-nas-coldiretti-paolo-carra.html

[21] Niente frode del Parmigiano: assolti Carra e il casaro. https://vocedimantova.it/cronaca/niente-frode-del-parmigiano-assolti-carra-e-il-casaro/

[22] Frode del Parmigiano, sequestrate 5.235 forme. https://gazzettadimantova.gelocal.it/mantova/cronaca/2020/03/18/news/frode-del-parmigiano-sequestrate-5-235-forme-1.38607912?callback=in&code=MZIYYTRLMZITMZU1MS0ZZTU3LTLIYTKTNTBHOGY1YTAYNDY2&state=d5a1b6d1695442919254b5b33fa49dc3

[23] Berceto: Parmigiano comune spacciato per “prodotto di montagna”. Come difendersi dalle truffe. http://www.qualeformaggio.it/resistenza-casearia/19101-berceto-parmigiano-comune-spacciato-per-prodotto-di-montagna-come-difendersi-dalle-truffe/

[24] Grana padano al posto del Parmigiano Reggiano: scatta il richiamo. https://ilsalvagente.it/2022/11/17/grana-padano-al-posto-del-parmigiano-reggiano-scatta-richiamo/

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