European Consumers insieme al Comitato No 5G chiede al Sindaco di Campobasso un incontro per sapere se intende garantire la salute pubblica

European Consumers insieme al Comitato No 5G chiede al Sindaco di Campobasso un incontro per sapere se intende garantire la salute pubblica

La nostra Associazione continua la sua opera di pressione e informazione nei confronti delle amministrazioni pubbliche insieme a comitati e associazioni locali per garantire la salute delle popolazioni e dell’ambiente rispetto ai rischi rappresentati da ulteriori incrementi dei campi elettromagnetici artificiali, che già attualmente rappresentano una minaccia per l’intera biosfera.

Di seguito la notifica inviata dal “Comitato 5G” – città di Campobasso” al Sindaco Roberto Gravina a cui abbiamo collaborato e che mettiamo a disposizione per i cittadini che intendano esercitare pressione sulla propria amministrazione.

Si tratta di un documento che può essere implementato e quindi chiediamo contributi a tutti i lettori di buona volontà per irrobustirne, per quanto possibile, i contenuti anche in relazione alle eventuali risposte dei Sindaci che, ricordiamo, sono preposti alla garanzia della salute pubblica dei cittadini da essi amministrati.

Oggetto: Notifica sui rischi per la salute correlati alle radiazioni del 5G – invito a valutare azioni amministrative finalizzate ad impedire l’esposizione della popolazione comunale a fonti addizionali di inquinamento elettromagnetico.

Comitato 5G” – città di Campobasso

Alla C.A. dell’Egregio signor Sindaco di Campobasso:

Roberto Gravina

piazza Vittorio Emanuele II, 29 – 86100 – Campobasso

e agli Assessori:

                           → Verde Pubblico                           Simone Cretella

                            → Opere Pubbliche                       Giuseppe Amorosa

                            → Politiche per la Salute              Luca Praitano

e, p.c.:

Regione Molise

via Genova, 11 – 86100 – Campobasso

Provincia di Campobasso

via Roma, 47 – 86100 – Campobasso

Prefettura – Ufficio Territoriale del Governo di Campobasso

Piazza Gabriele Pepe, 24 – 86100 – Campobasso

Egregio signor  Sindaco,

Le scriviamo in qualità di cittadine e cittadini della città di Campobasso perché, essendo Lei investito di preminenti funzioni e prerogative in materia di tutela della salute pubblica, ci sentiamo in dovere di informarLa che l’installazione e l’esercizio di antenne 5G può mettere a rischio la salute pubblica.

In particolare, crediamo debba sapere che l’Associazione Malattie da Intossicazione Cronica e Ambientale (A.M.I.C.A.) ha fatto una richiesta di accesso agli atti per sapere se il Governo abbia richiesto il parere sanitario alle agenzie di salute pubblica sulla sicurezza delle radiazioni del 5G, previsto dalla Legge di Riforma Sanitaria n. 833 del 1978.

Tale legge prevede che, in materia di immissione di forme di energia nell’ambiente, il Governo debba richiedere il parere sanitario a due enti, l’Istituto Superiore di Sanità e l’ISPELS (le cui funzioni oggi sono state assunte dall’INAIL), come è stato fatto prima della commercializzazione delle frequenze della telefonia mobile nel 1997. Ebbene: l’INAIL, il Ministero dello Sviluppo Economico, il Ministero della Salute, il Consiglio Superiore di Sanità e l’Istituto Superiore di Sanità, tutti, indistintamente, hanno dichiarato che non è stato chiesto, né altrimenti acquisito, alcun parere sanitario.

 Sempre il Ministero della Salute ha pure comunicato ad A.M.I.C.A. che “non risultano atti che coinvolgano lo scrivente Ufficio e la Direzione generale nell’ambito del processo di concessione delle frequenze per la rete di telecomunicazioni 5G, né l’argomento è stato oggetto di pratiche istruite presso il Consiglio Superiore di Sanità.”

Tale parere, a nostro avviso, andava obbligatoriamente richiesto ed acquisito per due motivi:

  1. le radiazioni del 5G vanno a sommarsi a quelle della telefonia mobile attuale (2G, 3G, 4G, LTE) ed è necessario valutare l’impatto sulla salute pubblica, sulla flora e sulla fauna, della sommatoria degli effetti biologici causati dall’esposizione sinergica a tutte queste frequenze insieme, soprattutto in considerazione del fatto che la ricerca ha trovato effetti biologici potenzialmente responsabili di rischi di patologie neurodegenerative, come l’Alzheimer, ormonali, per la fertilità, nonché rischi per la flora e per la fauna, anche al di sotto degli attuali limiti di legge.
  2. la ricerca sugli effetti biologici delle frequenze 5G, soprattutto sulle onde millimetriche, è scarsissima, non ci sono studi epidemiologici e si sa solo che le ghiandole sebacee, con la loro forma a tubo elicoidale, costituiscono delle antenne riceventi per le onde millimetriche e ne sono quindi il target primario.1,2

Fino ad oggi le onde millimetriche erano state usate solo in ambito militare per i sistemi di dispersione delle folle (active denial system), che creano una sensazione di riscaldamento intenso.

Già nel 2008 due ricerche avevano evidenziato che le onde millimetriche, essendo usate in modo fortemente polarizzato, potrebbero creare punti di accumulo e sovra riscaldamento anche a livelli inferiori agli attuali standard di sicurezza.3

Identico è lo scenario fuori dai confini nazionali: i soggetti industriali interessati alla tecnologia “5G” negli U.S.A. sono comparsi il giorno 7.2.2019 ad un’audizione presso il Senato americano, Comitato “Commerce, Science, and Transportation”, competente in materia, ammettendo di non essere a conoscenza di alcuno studio in corso sulla salubrità delle onde elettromagnetiche generate dallo standard in questione. Specificamente, da parte del rappresentante di CTIA è stato affermato4: “There are no industry-backed studies, to my knowledge right now” e “to my knowledge there’s no active studies being backed by industry today”, ovverosia attualmente non vi sono studi sostenuti dall’industria, per quanto ne so io” e “a mia conoscenza non ci sono studi attivi sostenuti oggi dall’industria”.

In sostanza, secondo tutte le fonti pubbliche sinora consultate e disponibili, non esistono prove che l’uso del 5G si possa considerare sicuro per la salute e, dunque, sembra che queste frequenze siano state concesse all’industria senza che il Governo si sia preoccupato dei rischi per la salute pubblica e per l’ambiente, esponendo la vita umana e animale ad una vera e propria sperimentazione vista l’assenza di prove di assenza di danno, e l’assenza di studi in corso.

Le amministrazioni comunali dispongono oggi di evidenze certe (l’evoluzione scientifica sotto riportata, l’appello del Rapporto Bioinitiative 2007 e 2012, la Raccomandazione del Consiglio d’Europa del 2011, lo studio Europaem 2016 di Belyaev et al., 2016[1]c) che gli attuali limiti massimi di campo elettromagnetico da radiofrequenze non siano – in generale – conservativi della salute umana e dunque debbano essere fortemente ridimensionati: ma ciò implica anche automaticamente, come ovvio, che i livelli di esposizione attuale non debbano essere per alcuna ragione aumentati né oltrepassati, come invece avverrebbe qualora alle attuali tecnologie “2G”, “3G”, “4G” e “4.5G” cui è già esposta la popolazione e che come detto, resteranno in vigore, per le diverse funzioni e finalità che assolvono, dovesse aggiungersi il contributo dell’elettrosmog da standard “5G”.

Il quadro, per come ora delineato, infrange, violandoli, diversi principi normativi nazionali, fra cui segnaliamo la L. 36/01 finalizzata, come dal nome stesso della norma, alla “protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici”, e comunitari, a partire dal principio di precauzione sancito dall’articolo 191 del Trattato sull’Unione Europea (già art. 174 del TCE), di diretta applicazione e frequentemente richiamato nel diritto nazionale.

Tale principio generale è fatto proprio nella giurisprudenza della Corte di Giustizia Europea secondo cui “la protezione della salute ha la precedenza sulle considerazioni economiche” ed in diverse occasioni anche il governo dell’Unione Europea ha affermato che, quando una attività o una tecnologia susciti il forte dubbio di essere dannosa per la salute e per l’ambiente, occorre prendere le necessarie misure precauzionali anche in assenza di una chiara relazione causa-effetto dimostrata su base scientifica fra quell’attività e il danno che potrebbe derivare [cfr. fra le altre la Comunicazione della Commissione Europea sul ricorso al principio di precauzione (COM(2000) 1 final. del 2 febbraio 2000)]L’applicazione del Principio di Precauzione per la tutela ambientale è affermato nel Trattato di Amsterdam della U.E. (art.174) ed è stato richiamato come applicabile alla tutela sanitaria degli esposti ai c.e.m. dal Parlamento Europeo con le Risoluzioni 5 maggio 1994 e 10 marzo 1999 e dalla delegazione italiana al Consiglio dei Ministri della U.E. in data 13 novembre 1998.

L’applicazione del c.d. “principio di precauzione”, discende dalle disposizioni del Trattato UE (art. 191 TFUE) ed è ripreso nell’ordinamento interno dall’art. 3-ter del D. Lgs. n. 152 del 2006, “il quale (principio) postula l’esistenza di un rischio potenziale per la salute e per l’ambiente, ma non richiede l’esistenza di evidenze scientifiche consolidate sulla correlazione tra la causa, oggetto di divieto o limitazione, e gli effetti negativi che ci si prefigge di eliminare o ridurre” (Consiglio di Stato sez. III  06 febbraio 2015 n. 605) e comporta che “quando non sono conosciuti con certezza i rischi connessi ad un’attività potenzialmente pericolosa, l’azione dei pubblici poteri deve tradursi in una prevenzione anticipata rispetto al consolidamento delle conoscenze scientifiche, anche nei casi in cui i danni siano poco conosciuti o solo potenziali” (Consiglio di Stato sez. IV  11 novembre 2014 n. 5525).

Giova osservare, in primo luogo, che l’art. 3-ter comma 1 del D. Lgs. n. 152 del 2006 prevede che “La tutela dell’ambiente e degli ecosistemi naturali e del patrimonio culturale deve essere garantita da tutti gli enti pubblici e privati e dalle persone fisiche e giuridiche pubbliche o private, mediante una adeguata azione che sia informata ai principi della precauzione, dell’azione preventiva, della correzione, in via prioritaria alla fonte, dei danni causati all’ambiente, nonché al principio “chi inquina paga” che, ai sensi dell’articolo 174, comma 2, del Trattato delle unioni europee, regolano la politica della comunità in materia ambientale”.

In particolare, è principio giurisprudenziale consolidato e condiviso quello per cui “il principio di precauzione fa obbligo alle Autorità competenti di adottare provvedimenti appropriati al fine di prevenire i rischi potenziali per la sanità pubblica, per la sicurezza e per l’ambiente, ponendo una tutela anticipata rispetto alla fase dell’applicazione delle migliori tecniche proprie del principio di prevenzione; l’applicazione del principio di precauzione comporta dunque che, ogni qual volta non siano conosciuti con certezza i rischi indotti da un’attività potenzialmente pericolosa, l’azione dei pubblici poteri deve tradursi in una prevenzione anticipata rispetto al consolidamento delle conoscenze scientifiche, anche nei casi in cui i danni siano poco conosciuti o solo potenziali” (Consiglio di Stato, sez. V,  18 maggio 2015 n. 2495).

Le ricordiamo inoltre che qualsiasi sperimentazione sull’Uomo senza consenso rappresenta una violazione del Codice di Norimberga, e a questa associazione risulta che siano già stati depositati esposti basati su tale ultima considerazione presso le competenti autorità sovranazionali proprio in ambito di inquinamento da standard “5G”.

Per tutti questi motivi, Le chiediamo di non autorizzare nel futuro l’installazione di antenne 5G sul territorio del quale Lei è responsabile, né l’esercizio dei relativi impianti.

Ciò potrà avvenire, naturalmente sulla base del Suo prudente apprezzamento, sia attraverso ordinanze previste dal T.U.E.L. (artt. 50 e 54)5, sia attraverso il regolamento per localizzazione di antenne.

Per quanto riguarda le prime, risulterà imprescindibile dimostrare le basi scientifiche e giuridiche che sorreggono il provvedimento. Ed infatti la casistica giurisprudenziale amministrativa dimostra che i TAR hanno chiaramente preteso la prova della motivazione riguardo alla sussistenza dei presupposti: ovvero di quali fossero gli effettivi pericoli per la salute pubblica attualmente e direttamente derivanti dalla presenza delle cose o oggetti regolate con il provvedimento ex T.U.E.L., così come dell’obbligatoria esplicitazione delle ragioni per le quali a tali pericoli non si potesse fare fronte mediante ricorso agli ordinari strumenti previsti dalla vigente normativa statale e cioè dell’inesistenza di rimedi ordinari alternativi per l’esercizio di tale potere atipico.

Per quanto concerne invece il regolamento, visto tutto quanto sopra, il Suo Comune, sempre a fronte delle medesime motivazioni, ovvero preponderanza dell’evidenza sui rischi di danni irreversibili alla salute e sull’ambiente, ed in assenza di interventi di altre amministrazioni, statali ovvero regionali, può introdurre nell’esistente (o emanando nuovo) regolamento comunale sulla localizzazione delle antenne, ai sensi dell’articolo 8, comma 6, della l. 36/2001, un divieto di installazione o di gestione di impianti ed antenne (valevole nel caso anche per le esistenti SRB che potessero essere fisicamente convertite ad una nuova frequenza, così peraltro bypassando il divieto di retroattività del regolamento) generanti campi elettromagnetici riconducibili allo standard ed alle frequenze “5G”.

Il tutto, si ritiene (per conservare la legittimità dell’azione amministrativa del Suo Comune), necessariamente preceduto da formali quanto semplici richieste da parte della Sua Amministrazione agli enti competenti sopramenzionati, ivi compresa l’ARPA Regionale, di attestare per iscritto l’assoluta innocuità per la popolazione dall’eventuale esposizione alle RF dello standard “5G”, richiedendo, altresì, di rendere noti gli studi e gli esiti che essi dovessero avere eventualmente medio tempore compiuto.

Per un approfondimento sui rischi correlati alle radiazioni da radiofrequenza e, in particolare del 5G, La invitiamo a leggere:

  • l’Appello degli Scienziati per la Moratoria del 5G alla Commissione Europea, sottoscritta da 164 scienziati e medici e da 95 organizzazioni non governative secondo i quali il 5G aumenterà l’esposizione a radiazioni da radiofrequenza oltre a quelle già in uso del 2G, 3G, 4G, Wi-Fi, con un conseguente rischio per la salute umana e per l’ambiente;6
  • la petizione “EMF Call”, sostenuta da 247 scienziati il 30 Ottobre 2018 secondo la quale servono nuove linee guida più stringenti sui campi elettromagnetici;7
  • lo studio sul 5G del Dott. Agostino Di Ciaula di ISDE Italia;8
  • il parere del Comitato Scientifico sui Rischi Sanitari Ambientali ed Emergenti (SCHEER) della Comunità Europea del 14 Gennaio 2019, nel quale si evidenzia che non ci sono ancora certezze sulla innocuità sulla telefonia 2G, 3G e 5G, e le incertezze sono persino superiori sul 5G per il quale ci sono pochissimi studi;9
  • lo studio pubblicato nel 2014 su Pathophysiology di Lennart Hardell, epidemiologo svedese esperto di cancerogenesi dei cellulari, secondo il quale la radiofrequenza rientra nei parametri di classificazione dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) come Cancerogeno certo per l’Uomo (Classe 1);10
  • gli studi dell’Istituto Ramazzini di Bologna11e del National Toxicology Programme degli Stati Uniti,12 condotti entrambi su topi e ratti irradiati a radiofrequenza, concludono entrami che c’è un rischio di sviluppare tumori delle cellule nervose, colmando la lacuna degli studi su animali che aveva fatto propendere nel 2011 la IARC per una classificazione come possibile cancerogeno (Classe 2B), invece di probabile (Classe 2A).
  • lo studio indipendente di ISDE ed European Consumers sui campi elettromagnetici e i rischi connessi alle nuove tecnologie[2]c.

Sulla base di queste legittime preoccupazioni diversi Sindaci in Italia e all’estero hanno già deliberato che non consentiranno l’installazione delle nuove antenne 5G, per esempio il Sindaco di Morino,13 che si rifiuta di rendere i suoi cittadini delle cavie, il Municipio XII di Roma,14 così come 300 Sindaci degli Stati Uniti, la Municipalità di Bruxelles,15 l’Olanda16 e la Svizzera17.

Oggi, oltre 450 Comuni italiani sono “STOP 5G”18.

Restando a disposizione per fornire ulteriore documentazione e supporto nell’interesse della salute dei cittadini e per la salvaguardia della flora e della fauna del Suo territorio

I SOTTOSCRITTI CHEDONO

un incontro di approfondimento e chiarimento delle problematiche sopra esposte tra il Signor Sindaco, eventualmente coadiuvato da uno o più collaboratori e una rappresentanza del comitato scrivente, che vorrà avvalersi delle presenza di un esperto dell’associazione “European Consumers“. Ove non sussistano le condizioni per un confronto presso gli uffici comunali, si potrà ricorrere ad un appuntamento su piattaforma digitale.

                Certi di un Suo gradito riscontro, per una proficua collaborazione e nei sensi di un sempre più utile dialogo tra la cittadinanza e le Istituzioni, ringraziamo e porgiamo i nostri più cordiali saluti.

Campobasso, 26 maggio 2020

 

__________________________________

(firme in allegato)

note:

1 Feldman Y, Puzenko A, Ben Ishai P, Caduff A, Davidovich I, Sakran F, Agranat AJ. The electromagnetic response of human skin in the millimetre and submillimetre wave range. Phys Med Biol. 2009 Jun 7;54(11):3341-63. doi: 10.1088/0031-9155/54/11/005. Epub 2009 May 8.

2 Feldman Y, Puzenko A, Ben Ishai P, Caduff A, Agranat AJ. Human skin as arrays of helical antennas in the millimeter and submillimeter wave range. Phys Rev Lett. 2008 Mar 28;100(12):128102. Epub 2008 Mar 27.

3 Esra N e Niels K, Systematic Derivation of Safety Limits for Time-Varying 5G Radiofrequency Exposure Based on Analytical Models and Thermal Dose, Health Physics: December 2018 – Volume 115 – Issue 6 – p 705–711.

4 Cellular Telecommunications and Internet Association, associazione dell’industria wireless U.S.A.

5 Se si presta accettazione alla definizione di “servizio pubblico” dei servizi di telecomunicazione erogati dai diversi licenziatari, è ragionevole sostenere che l’obiettivo di tale servizio sia quello di permettere lo scambio di voce e dati tramite la copertura del territorio, copertura che appare però già essere completamente garantita su tutto il territorio nazionale e dunque certamente su quello del Vostro Comune. Risulta invece difficile far sussumere nella categoria del “servizio pubblico” la sovracopertura del territorio, ovvero la continua proliferazione di SRB finalizzata al diverso ed esclusivo scopo ricercato dal gestore di offrire ai propri esistenti o futuri clienti, nuovi prodotti e funzionalità, come quelli che sarebbero erogati dallo standard “5G”.

6 http://www.infoamica.it/appello-per-fermare-le-telecomunicazioni-5g/

7 https://www.emfcall.org/wp-content/uploads/2018/11/EMF-Call-30-October-2018-italy.pdf

8 https://www.isde.it/tag/5g/

9 https://ec.europa.eu/health/sites/health/files/scientific_committees/scheer/docs/scheer_s_002.pdf

10 https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25466607

11 https://ehtrust.org/wp-content/uploads/Belpoggi-Heart-and-Brain-Tumors-Base-Station-2018.pdf

12 https://ntp.niehs.nih.gov/results/areas/cellphones/index.html

13 https://www.ilcapoluogo.it/2019/04/03/5g-a-morino-il-sindaco-dice-no/?fbclid=IwAR3ZoFMlJrjbK6-Hj1htt0CS05oZ76PV1CBvoRJakpzYPdhf6dof3QcK2lA

14 https://www.nextquotidiano.it/municipio-xii-roma-dice-no-5g/;

https://www.romatoday.it/politica/5g-municipio-12-grillini-contrari.html

15 http://www.brusselstimes.com/brussels/14753/radiation-concerns-halt-brussels-5g-for-now?fbclid=IwAR3ZF-y7AG3ntMhqvK1UjQ0dx7dR3v2ZBkKoFoZS-9-Dduz2S33x4rOT400

16 https://www.ad.nl/tech/kamer-wil-eerst-stralingsonderzoek-dan-pas-5g-netwerk~ab567cd6/?fbclid=IwAR0CSIXSHXtjH1f7v5fi8cA1sY8BD4MAciVU21aOr9Sfp1Fg8d3q1NmiAuE

17 5G: Vaud adopte la résolution pour un moratoire

18 https://www.alleanzaitalianastop5g.it/443193497

[1] Belyaev I, Dean A, Eger H, Hubmann G, Jandrisovits R, Kern M, Kundi M, Moshammer H, Lercher P, Müller K, Oberfeld G, Ohnsorge P, Pelzmann P, Scheingraber C, Thill R. EUROPAEM EMF Guideline 2016 for the prevention, diagnosis and treatment of EMF-related health problems and illnesses. Rev Environ Health. 2016 Sep 1;31(3):363-97. doi: 10.1515/reveh-2016-0011. Review. PubMed PMID: 27454111.

[2] https://www.isde.it/rapporto-isde-european-consumers-sui-campi-elettromagnetici-e-i-rischi-connessi-alle-nuove-tecnologie/

www.europeanconsumers.it

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