Desertificazione del fiume Velino in piena area protetta

Nel Comunicato stampa del 6 luglio 2019 “Soldi per il fiume Velino: per salvarlo o per distruggerlo?”[1] European Consumers paventava il rischio che gli ingenti fondi per la messa in sicurezza dei sistemi idraulici (all’epoca erano stati stati finanziati per 420.000 euro lavori straordinari di manutenzione dell’alveo del fiume Velino) potessero essere usati per distruggere e artificializzare i fiumi italiani, assorbendo i finanziamenti per opere dannose e distruttive.

Purtroppo questa preoccupazione è stata confermata nel peggiore dei modi.

In spregio alle Normative nazionali e comunitarie a tutela dell’ambiente, dei fiumi e delle foreste nella Zona Speciale di Conservazione IT6020012 Piana di S. Vittorino – Sorgenti del Peschiera un tratto di 3 chilometri del fiume Velino ha subito la completa distruzione del manto forestale riferibile all’habitat di interesse comunitario (ai sensi della direttiva 92/43/CE[2]) “92A0 Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba” e all’habitat 6430 “Bordure planiziali, montane e alpine di megaforbie idrofile” con desertificazione delle sponde e impatti diretti ed evidenti anche nei confronti della delicata vegetazione acquatica riferibile all’habitat 3260 Fiumi delle pianure e montani con vegetazione del Ranunculion fluitantis e Callitricho- Batrachion. Lungo il Velino, nella ZSC, si sviluppa anche l’habitat prioritario 7210* – Paludi calcaree con Cladium mariscus e specie del Caricion davallianae, rarissimo in tutta Italia e tipico proprio degli ambienti fluviali meglio conservati.

 

 

Le Misure di conservazione del SIC IT6020012 “Piana di S. Vittorino – Sorgenti del Peschiera”[3] affermano per l’habitat “92A0 Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba” la necessità anche per i lavori di sicurezza idraulica di procedere a Valutazione di Incidenza:

a) Le utilizzazioni forestali sono consentite esclusivamente nella forma di sfolli e diradamenti. È obbligatorio rilasciare almeno cinque piante per ettaro di diametro maggiore di 30 cm; in caso di assenza di piante di tali dimensioni, è obbligatorio rilasciare almeno cinque piante per ettaro della classe diametrica massima. Sono fatti salvi gli interventi legati alla pubblica sicurezza e alla riduzione del rischio idraulico, che dovranno essere preventivamente sottoposti a procedura di valutazione d’incidenza.

b) In aggiunta ai divieti e agli obblighi generali, ai quali si rimanda, lungo i corsi d’acqua permanenti e temporanei è vietato rimuovere parzialmente o totalmente la vegetazione ripariale arbustiva e arborea in una fascia di 5 metri a partire dal limite esterno della proiezione delle chiome; sono fatti salvi gli interventi per la pubblica sicurezza e la riduzione del rischio idraulico, che dovranno essere sottoposti a procedura di valutazione d’incidenza.

Per gli habitat 3260 “Fiumi delle pianure e montani con vegetazione del Ranunculion fluitantis” e Callitricho- Batrachion 6430 “Bordure planiziali, montane e alpine di megaforbie idrofile” lungo i corsi d’acqua permanenti e temporanei è vietato rimuovere parzialmente o totalmente la vegetazione acquatica e la vegetazione ripariale erbacea presente in una fascia di 5 metri a partire dal ciglio superiore di sponda, fatti salvi gli interventi per la pubblica sicurezza e la riduzione del rischio idraulico, che dovranno essere preventivamente sottoposti a procedura di valutazione d’incidenza.

I paragrafi 3 e 4 della direttiva 92/43/CEE relativi alla Valutazione di Incidenza (VIncA), dispongono misure preventive e procedure volte alla valutazione dei possibili effetti negativi, “incidenze negative significative”, determinati da piani e progetti non connessi o necessari alla gestione di un Sito Natura 2000, definendo gli obblighi degli Stati membri in materia di Valutazione di Incidenza e di Misure di Compensazione. Ai sensi dell’art.6, paragrafo 3, della Direttiva Habitat, la Valutazione di Incidenza rappresenta lo strumento Individuato per conciliare le esigenze di sviluppo locale e garantire il raggiungimento degli obiettivi di conservazione della rete Natura 2000.

Sul sito della Regione Lazio non è disponibile nulla riguardo tale Procedura. European Consumers procederà quindi all’acquisizione degli atti, se esistono, e parallelamente alla segnalazione del disastro ambientale alla Regione, al Mite, all’ISPRA e a tutti gli altri enti competenti.

Inoltre sempre nelle Misure di conservazione si vieta “l’eliminazione degli elementi naturali e semi-naturali caratteristici del paesaggio agrario con alta valenza ecologica, che verrà individuato con apposito provvedimento della Giunta regionale” e i “livellamenti del terreno non autorizzati dal soggetto o dall’ente gestore, ad esclusione dei livellamenti ordinari per la preparazione del letto di semina”.

Lungo i corsi d’acqua permanenti e temporanei è fatto divieto di artificializzare le sponde, fatti salvi gli interventi per la pubblica sicurezza e la riduzione del rischio idraulico, che dovranno comunque essere sottoposti a procedura di valutazione d’incidenza.

A quanto pare come in tanti altri casi le Norme di Tutela sono state semplicemente ignorate e hanno un valore simbolico come la Costituzione Italiana.

Si elencano le ulteriori violazioni attualmente constatate che si andranno probabilmente ad arricchire con il proseguo delle indagini degli esperti di European Consumers.

Si ritiene violato l’articolo 9 della Costituzione italiana, recentemente modificato afferma che la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni.

Si ritiene disapplicato l’articolo 3 del Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152[4] Norme in materia ambientale afferma che:

  • la tutela dell’ambiente e degli ecosistemi naturali e del patrimonio culturale deve essere garantita da tutti gli enti pubblici e privati e dalle persone fisiche e giuridiche pubbliche o private, mediante una adeguata azione che sia informata ai principi della precauzione, dell’azione preventiva, della correzione, in via prioritaria alla fonte, dei danni causati all’ambiente;
  • ogni attività umana giuridicamente rilevante ai sensi del presente codice deve conformarsi al principio dello sviluppo sostenibile, al fine di garantire che il soddisfacimento dei bisogni delle generazioni attuali non possa compromettere la qualità della vita e le possibilità delle generazioni future;
  • l’attività della pubblica amministrazione deve essere finalizzata a consentire la migliore attuazione possibile del principio dello sviluppo sostenibile, per cui nell’ambito della scelta comparativa di interessi pubblici e privati connotata da discrezionalità gli interessi alla tutela dell’ambiente e del patrimonio culturale devono essere oggetto di prioritaria considerazione.
  • la risoluzione delle questioni che involgono aspetti ambientali deve essere cercata e trovata nella prospettiva di garanzia dello sviluppo sostenibile, in modo da salvaguardare il corretto funzionamento e l’evoluzione degli ecosistemi naturali dalle modificazioni negative che possono essere prodotte dalle attività umane.

 

European Consumers ritiene che il Piano nazionale contro il dissesto idrogeologico e i piani di gestione del rischio di alluvioni (PGRA), come tutti i piani che hanno un potenziale impatto ambientale, devono essere sottoposti integralmente a Valutazione Ambientale Strategica (VAS) Nazionale per garantire (art.4 comma 4 Parte II Titolo I del D.Lgs. 152/2006) un elevato livello di protezione dell’ambiente e contribuire all’integrazione di considerazioni ambientali nelle varie fasi di elaborazione, adozione e approvazione dei Piani stessi, in modo che siano coerenti a livello nazionale e contribuiscano alle condizioni per uno sviluppo sostenibile.

Si ritiene necessaria in particolare l’applicazione, in qualsiasi azione di gestione o manutenzione idraulica riguardante laghi e fiumi naturali, di tutte le norme favorevoli al miglioramento ecologico e alla protezione della biodiversità per evitare che a livello locale si disattenda agli scopi generali delle Direttive a tutela dell’ambiente e del territorio (Direttiva 2000/60 “Acque”, Direttiva 92/43/CEE “Habitat”, Direttiva 2009/147/CE “Uccelli”, Decreto Legislativo del 3 aprile 2006, “Norme in materia ambientale”).

Oltre a continui interventi di artificializzazione dei corsi d’acqua sono anche noti conflitti di interesse con consulenti degli Enti Gestori dei Sistemi Idraulici che lavorano anche per le ditte appaltatrici.

European Consumers considera tutti gli atti descritti assolutamente criminali e procederà se ritenuto opportuno in sede legale.

Note

L’Associazione ringrazia il Corriere di Rieti per aver diffuso la notizia: https://corrieredirieti.corr.it/news/rieti/30766463/rieti-fiumi-argini-denuncia.html

e RTR TV per averci concesso il suo spazio attraverso un appropriata intervista:

 

[1] https://www.europeanconsumers.it/2019/07/06/comunicato-stampa-soldi-per-il-fiume-velino-per-salvarlo-o-per-distruggerlo/

[2] Direttiva 92/43/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche. https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=CELEX:31992L0043

[3] Misure di Conservazione del SIC IT6020012 Piana di S. · PDF FILE 2017-01-27. https://vdocuments.mx/misure-di-conservazione-del-sic-it6020012-piana-di-s-2017-01-27-misure-di-conservazione.html

[4] Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 Norme in materia ambientale. (GU Serie Generale n.88 del 14-04-2006 – Suppl. Ordinario n. 96). https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2006-04-14&atto.codiceRedazionale=006G0171

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3 Commenti

  1. Elisabetta

    Com’ è posdibile che opere pubbliche non siano sottoposte a vaglio d’ impatto ambientale?
    Creiamo un comitato di abitanti che si costituisca parte lesa

    Rispondi
    • Marco Tiberti

      Purtoppo esistono ancora primitivi che adorano la necrofilia ambientale.

      Rispondi
  2. Marco Tiberti

    Abbiamo sempre denunciato in molteplici sedi da più di 10 anni gli scempi sul fiume Velino. Siamo sempre disponibili a qualsiasi sinergia con gruppi locali per poter rinforzare le lotte comuni.

    Rispondi

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